Quantcast
Channel: La Vie C'est Chic
Viewing all 611 articles
Browse latest View live

STYLE_DISTRICT 1937: Ray-Ban lancia la nuova collezione

$
0
0





Ray Ban, marchio d’occhialeria noto in tutto il mondo per la sua inconfondibile cifra stilistica, ha lanciato la nuova collezione interamente realizzata con l’utilizzo di materiali innovativi. A suggellarne il prestigio, un evento nel cuore della Grande Mela dal titolo emblematico - DISTRICT 1937 –, che ha reso omaggio alle origini di Ray-Ban: proprio nel 1937, infatti, il brand ha iniziato a produrre occhiali specifici per i piloti dell’aeronautica statunitense dal carattere altamente suggestivo. Un’esperienza di una sola notte per alcuni privilegiati invitati che, nella cornice di una fabbrica alla periferia del celebre Garment District, hanno potuto “toccare con mano” gli inediti materiali impiegati per produrre alcuni dei modelli più leggendari e riconoscibili del marchio. Capitanato dai Blondie, miti del rock‘n’roll nonché emblema dello stile punk rock e di New York, l’evento ha sottolineato il legame di lunga data fra Ray-Ban e i pionieri della musica e le icone di stile più spregiudicate della città.
L’ultimissima collezione eyewear di Ray-Ban, pensata per chi desidera celebrare la propria personalità e distinguersi dalla folla, coniugando stile classico e carattere contemporaneo, e pubblicizzata dalla nuova campagna di comunicazione “Never Hide What You’re Made Of”, è dedicata agli otto materiali di realizzazione, cinque dei quali sono stati protagonisti dell’evento dedicato - pelle, denim, acciaio, titanio e velluto - e, in ogni caso, da sempre fonti di ispirazione per artisti, designer, artigiani e sperimentatori. Gli ospiti di DISTRICT 1937 hanno avuto il privilegio di ammirare le opere di alcuni di loro – ad esempio, le spiazzanti tele in pelle incisa di Mark Evans, le sculture cinetiche in acciaio di Anne Lilly e i capolavori in denim di Ian Berry/Denimu –, esplorando il lato pop e creativo di ogni materiale. Come se ciò non bastasse, sono stati invitati a “sporcarsi le mani” in fabbrica, dando libero sfogo al proprio estro e giocando con pelle, denim, acciaio, titanio e velluto per creare prodotti DISTRICT 1937 personalizzati sotto l’egida di Kayrock Screenprinters di Brooklyn, il maestro dei gioielli in titanio Pat Daugherty e la guru del denim Darlene Hatchett. Un’esperienza unica nel suo genere, coronata in questa esclusività dalla Ray-Ban Remix Lounge – una zona dedicata all’originale servizio di personalizzazione del brand, con la possibilità di creare occhiali da sole su misura, scegliendo fra otto dei modelli più rappresentativi di Ray-Ban – ivi inclusi Wayfarer, Aviator, Clubmaster ed Erika – e abbinando a piacere lenti, montature e incisioni sulle aste e sull’astuccio.
Special guest musicale della serata, i Blondie, esibitisi live sul palco in una performance esclusiva, affiancati dal duo rock MS MR, altro rappresentante di spicco della città.
Immune alle mode passeggere, Ray-Ban influenza la cultura popolare da oltre 75 anni e ancora oggi, sperimentando con pelle, denim, acciaio, titanio e velluto, non teme di sfidare i limiti del design, dello stile e della tecnologia.

Rugged as Denim
Il denim è il materiale delle divise da lavoro per eccellenza. Sinonimo di jeans, incarna due secoli di miti e ideali americani. Dai cercatori d’oro e cowboy ai ribelli del cinema e della musica, il denim rappresenta le aspirazioni, l’inventiva e lo spirito provocatorio della classe operaia. La specialità di Denimu (al secolo Ian Berry) è comporre ritratti e paesaggi urbani incredibilmente minuziosi a partire da semplici jeans di scarto. Giocando con le varie nuance di blu tipiche di questo tessuto, Denimu riproduce ombre e contrasti che, strato dopo strato, creano immagini caratterizzate da un eccezionale realismo e una qualità pressoché fotografica.

Tough as Leather
La pelle deve il suo fascino cool alle uniformi dei primi piloti e il suo status di ribelle ai motociclisti. La giacca di pelle è per antonomasia il simbolo dei “veri duri” del rock e del cinema di tutte le generazioni.
Nell’inverno del 2000, l’artista britannico Mark Evans scopre quasi per caso il potenziale dell’incisione su cuoio. Mentre tenta di togliere una macchia di sangue dal suo nuovo giubbotto di pelle, ne graffia accidentalmente la superficie. Et voilà che da un minuscolo rattoppo prende vita una nuova forma d’arte. Attualmente, Evans lavora su cuoio animale proveniente da ogni parte del mondo, incidendolo con decine di coltelli e scalpelli diversi. Inoltre, con il tempo ha perfezionato la fase di conciatura, che è parte integrante della genesi di ogni tela.

Smooth as Velvet
Il velluto ha una doppia personalità: indossato con alterigia rappresenta il lusso, usato con ironia diventa portavoce della lotta all’establishment. Un mix di underground, eleganza e spirito rivoluzionario.
L’auto-affermazione, la sontuosità e la sensualità del velluto si prestavano magistralmente all’apertura mentale degli anni ‘60, perciò il materiale è stato adottato da vari musicisti di riguardo su entrambe le sponde dell’Atlantico. Superato il punk rock, il velluto vittoriano è diventato un caposaldo della sottocultura gotica, per poi tornare alla ribalta verso la metà degli anni ‘80 nelle associazioni psichedeliche sfoggiate dalle band Paisley Underground di Los Angeles e, più avanti, di Minneapolis.
Fondata a New York, nel quartiere di Brooklyn, nel 1998, Kayrock Screenprinting è una creatura di Karl LaRocca. Il suo team di designer e guru della stampa è specializzato in riproduzioni artistiche, poster, cartoline, libri e T-shirt stampati a mano.

Cuts like Steel
Acciaio. Il materiale su cui si fonda il mondo moderno, senza il quale non esisterebbero auto, grattacieli, coltelli e orologi. Nato dal ferro e dal fuoco, è portatore di valori inequivocabili: forza, velocità, tecnologia e potenza.
La scultrice cinetica Anne Lilly si serve di movimenti meticolosamente studiati per alterare e manipolare la percezione del tempo e dello spazio. Modellate con estremo rigore, le sue sculture interattive si sviluppano con un dinamismo organico, fluido, a tratti ipnotico. Sfruttando modalità opposte – analitica e intuitiva, razionale ed emotiva –, le sculture della Lilly rivelano connessioni tra lo spazio fisico che ci circonda e il nostro universo psicologico interiore. Le opere sono realizzate in acciaio inox lavorato meccanicamente, ma prendono vita solo grazie al contributo attivo di chi le osserva.

Strong as Titanium
Il titanio è un elemento futuristico – ultra-robusto, incredibilmente leggero e resistente all’ossidazione. Dall’aviazione alla conquista dello spazio, senza dimenticare le tecnologie consumer, permette di reinventare il mondo, conferendo a qualsiasi oggetto un tocco particolare.

La creativa Pat Daugherty ha un’autentica passione per gli accessori moderni, facili da indossare e originali, che coniugano metodi tradizionali e nuove tecnologie a forme, texture e colori audaci. La direzione artistica di Pat, in continuo mutamento e ispirata alle forme architettoniche e naturali, si estrinseca con l’associazione fra pietre e metalli reattivi quali titanio, oro e argento.

LEISURE_Monumental Pucci

$
0
0

In occasione di Firenze | Hometown of Fashion, il programma straordinario di eventi per festeggiare i 60 anni del Centro di Firenze per la Moda Italiana nel corso di Pitti Immagine Uomo (17-20 giugno 2014), Pitti Immagine presenta un’esclusiva installazione artistica, “Monumental Pucci”, realizzata con il Comune di Firenze attraverso il contributo straordinario del Ministero dello Sviluppo Economico e di ITA – Italian Trade Agency.
L’innovativo progetto, ideato da Pitti Immagine per Emilio Pucci, consiste nel vestire il Battistero di Piazza San Giovanni attraverso un iconico disegno della Maison fiorentina, i cui colori e grafismi andranno a disegnare le facciate del monumento.
“Monumental Pucci”si ispira al foulard di archivio Battistero. Interpretazione di uno scorcio dall’alto di Piazza San Giovanni, venne disegnato dal Marchese Emilio Pucci nel 1957 nei fulgidi toni dei paesaggi mediterranei: giallo limone, arancio, fucsia e l’emblematico rosa Emilio.
Il quadro foulard originale, da cui è tratta la stampa, verrà esposto sul lato Abside del Battistero. Gli altri sette lati del monumento, caratterizzato da una pianta ottagonale, saranno disegnati secondo lo stile Emilio Pucci; otto teli stampati, per una superficie totale di 2.000 mq, andranno dunque a rivestire l’edificio.
Per l’occasione sarà possibile seguire il work in progress dell’evento sugli account social di Emilio Pucci attraverso l’hashtag #MonumentalPucci.

Un foulard, accessorio iconico della Maison, diviene così il fil rouge con cui raccontare il profondo legame che la unisce a Firenze, città natale del Marchese. Martedì 17 giugno si terrà un cocktail d’inaugurazione in onore dell’installazione artistica. Un designer della Maison condurrà gli ospiti alla scoperta delle tecniche di creazione e stampa del foulard Battistero, attraverso Design the Dream, presentazione itinerante nata per celebrare il know-how del brand, replicata nelle giornate di mercoledì 18 e giovedì 19 giugno presso la boutique Emilio Pucci di Firenze. I clienti potranno vivere l’emozionante esperienza di assistere alla creazione del foulard di archivio, acquistabile in diverse varianti colore presso il medesimo store.

STYLE_Kinloch a Pitti Immagine Uomo

$
0
0





Dal 17 al 20 giugno 2014 è di scena a Firenze Pitti Immagine Uomo, la manifestazione internazionale di riferimento per la moda maschile e le tendenze del lifestyle contemporaneo. Dall’eccellenza delle aziende del nuovo classico alla ricercatezza dell’universo degli accessori, per arrivare fino ai brand che hanno saputo ridefinire il concetto di sportswear, è un viaggio all’insegna della qualità dei prodotti e dello stile per antonomasia. Un viaggio per nuovi dandy, che amano vestire bene, prediligendo la sostanza alla forma ed evitando ogni forma di ostentazione.
A Firenze la moda maschile trova la sua dimensione completa, complice la giusta commistione tra le proposte menswear di domani, i progetti speciali dei designer di punta internazionali e lo spazio dedicato ai nuovi talenti.
Un palcoscenico innovativo e sempre più market-oriented, al punto da riservare diverse aree alle collezioni donna con il progetto Pitti W, ospitato all’Arena Strozzi.
Due universi, quello maschile e femminile, che vivono all’unisono, coniugando ispirazioni e visioni e trovando il giusto equilibrio. Il tutto, contornato da un contesto unico e magico, quintessenza di cultura, arte, piacere e intrattenimento.
In pillole, circa 1030 i marchi di Pitti Uomo, a cui si aggiungono le circa 70 collezioni donna di Pitti W, con un focus sempre più improntato all’internazionalità (circa il 40% delle aziende partecipanti a questa edizione provengono da oltre 30 Paesi diversi).
Tra i brand esposti, Kinloch, marchio di foulard e cravatte nato dal connubio creativo, ma non solo, tra l’italo scozzese Marco Kinloch Herbertson e Antea Brugnoni Alliata, compagni di stile e di vita.
Un idillio di stile che dalla Sicilia prende vita, muovendo i suoi primi passi negli spazi della dimora settecentesca della donna, discendente di un’antica famiglia siciliana e appassionata conoscitrice del mondo arabo al punto di diventare musa ispiratrice di questo neo-brand di lusso. Un’avventura dal sapore contemporaneo, che affonda profonde radici nella tradizione, arrivando a una calibrata resa formale in cui convivono innovazione e heritage, sogno e realtà.
Prodotti unici nel loro genere, quintessenza di qualità, ricerca, senso del bello e della tradizione e frutto di una commistione ponderata di culture, stimoli e visioni.

In occasione di Pitti Immagine Uomo, Kinloch torna trionfante con le sue meravigliose quanto immancabili stampe: magiche fantasie che adornano cravatte, pochettes, stole. Coralli, galline, sale di marmo, colori vivaci e solari, alla conquista dell’Oriente rappresentano il mood della nuova collezione del brand, sempre orientato a un viaggio immaginifico intorno al mondo, alla ricerca dell’inesplorato e dell’inconnu. Un viaggio di charme, per veri estimatori e autentici intenditori, che nulla amano lasciare al caso, nella vita così come nel look.

LEISURE_White Milano_giugno 2014

$
0
0





Dal 21 al 23 giugno in via Tortona 27 a Milano torna White Milano, vetrina internazionale della moda contemporary nonché riferimento culturale per stilisti, designer e artisti. Moda intesa come stile di vita che abbraccia l’arte, il design, la musica, diventando fucina di idee per i nuovi linguaggi della comunicazione e dell’avanguardia web.
Per l’imminente edizione di giugno, White Milano consolida il suo concept, che prevede proposte uomo accanto alle capsule donna primavera-estate 2015, nonché la sua identità, definendo il suo mondo, divulgando il suo stile e promuovendo aziende d’eccellenza. Intenti validati anche da elementi per così dire a corollario, come, per esempio, l’ambiente in cui il visitatore è accolto, sofisticato, confortevole e curato in ogni dettaglio: dalla selezione musicale sempre attuale agli allestimenti, dalla food selection d’eccellenza al servizio navetta a disposizione dei buyer, al catalogo espositori realizzato in collaborazione con fotografi di fama internazionale.
Siamo veramente soddisfatti di raccogliere i frutti di un grande lavoro, partito un annoe mezzo fa per dare nuova identità al salone, che oggi esprime vera ricerca sull’uomo e intensifica la presenza donna. Vedere che brand importanti di ricerca ci stanno seguendo, ci rende orgogliosi. Una data, quella di giugno, che ritengo strategica ed importante per tutto il sistema moda.” afferma Massimiliano Bizzi  Fondatore di White Milano

Molte le novità in programma a partire dal debutto di una nuova sezione dedicata a marchi internazionali di eccellenza del premium denim, che accoglierà quattro brand di fama internazionale, distribuiti nei top store del mondo: PRPS, Koral Los Angeles, Kuro e  Hudson. Ad arricchire di un tocco artistico lo spazio, un’installazione realizzata ad opera di tre giovani creativi della NABA - Nuova Accademia di Belle Arti: Lorenzo Ronzoni, Giorgio Checco e Daniele Fumagalli. White prosegue così il suo cammino accanto alle generazioni di creativi emergenti e all’insegna della commistione tra le varie espressioni artistiche, che nel salone trovano il palcoscenico ideale per presentare le proprie visioni al grande pubblico internazionale della moda.
Un’area speciale, inoltre, per Ann Demeulemeester Shoes, marchio della famosissima designer della scuola di Anversache presenta in anteprima a White la propria collezione di calzature, pensate per la primavera-estate 2015.
New entry è il designer londinese Nasir Mazhar, amato da celebritiesquali Madonna eLady Gaga. Lo stilistapresenta in un’area dedicata la sua collezione menswear dallo stile urban e visionario. I suoi capi non convenzionali sono venduti nei migliori store di ricerca quali Henrik Vibskov a Copenhagen e Opening Ceremony a New York e Los Angeles.
Approda al salone anche lo storico marchio francese Cacharel che porterà in esclusiva la sua linea primavera-estate 2015, fresca di restyling.
Debuttoin gran stile anche per i marchi adidas Originals,  brandlifestyle di adidas,  eReebokClassic che presenteranno in esclusiva inedite collaborazioni. adidas Originals schiererà adidas OriginalsBlueCollection, Archive Pack  ed esclusive capsule collectionsviluppate con brand di ricerca come Neighborhood, Palace, Hyke. Reebok Classic presenterà Reserve Catalogue.
Lunga vita agli accessori con il lancio della collezione di gioielli maschili MDVJewels firmati da Mariano Di Vaio,  super noto lifestyle blogger internazionale, con quasi due milioni di follower sui social network. Di Vaio ha scelto White Milano quale piattaforma ideale per il debutto della sua prima linea, che unisce avanguardia e tradizione attraverso uno stile giovane e di forte impatto.
White sarà teatro di una mostra interamente dedicata all’archivio del marchio di calzature Marsèll.L'importante installazione Marsèll Archive  racconterà ai visitatori i dodici anni di storia del brand, attraverso un’esposizione di modelli che lo hanno reso uno dei più autorevoli marchi di calzature made in Italy a livello internazionale.
Gradito ritorno, invece, del brand marchigiano Alberto Fasciani, che si distingue per il rispetto della tradizione e per il know how dei suoi artigiani, e Collection Privèe, forte di una grande espansione in Asia.
Anche lo showroom milanese Fattore K schiererà al salone alcuni marchi della sua scuderia: RivierasLeisure Shoes brand parigino di calzature per il tempo libero, Howlin’ marchio di maglieria finissima nato ad  Anversa, Bevilacqua Shirts & More marchio di abbigliamento made in Italy, Nonyme brand sofisticato e contemporaneo che utilizza tessuti italiani e giapponesi ed i due prestigiosi co-branding di abbigliamento sportswear Todd  Snyder+Champione Champion Reverse Wave.
Tiene fede al suo stile sperimentale l'area del Basement, che spazierà dai total look dall'estremo oriente firmati Byungmun Seo eJoe Chia alle collezioni italiane Lucio Vanotti e Masnada, dalle calzature artigianali Peter Non e Dimissianos & Miller al puroavant-garde firmato Au Courant Paris, agli accessori luxury del marchio made in ItalyFilippo Fanini. A nutrire il fronte degli sperimentatori sarà lo showroom londinese Easternblock, che porterà al salone le collezioni Vladimir Karaleev, Delusion, Tuesday Night Band Practice, Vinti Andrews e Bedouin.
Alla sua terza edizione la sezione Wok Room che presenterà le nuove collezioni di 16 brand tra i più sofisticati del panorama fashion internazionale. La selezione, curata da Federica Zambon e Simona Citarella in collaborazione con White, schiererà alcuni dei più prestigiosi brand internazionali tra cui il marchio americanoEastpak, noto per i suoi zaini ed accessori funzionali, che presenterà in anteprima mondiale la capsule realizzata in co-branding con una famosa maison francese. Dalla Spagna Steve Mono con una collezione di borse, zaini e accessori in pelle lavorati artigianalmente. Scoperto da White e selezionato la scorsa stagione dallo stilista Giorgio Armani tra i giovani creativi emergenti, torna a White il designer svizzero Julian Zigerli.Approdano al salone anche Andrea Crews con il suo stile parigino tra streetwear e couture, la designer canadese Arielle De Pinto che presenta al salone in esclusiva la sua collezione di gioielli maschili e Haerfest,marchio di accessori in pelle minimal e raffinati, fondato da un trio di giovani designer newyorchesi. 
Si rivede negli spazi di White Milano anche la sezione Bottega Backdoor & La Ferramenta, che propone uno stile streeetwear high-end giocato tra accenti scandinavi e passione tutta made in Italy. Tra i brand si annovera PUMA con le sue due capsule SELECT: Alife x PUMA e B.W.G.H. x PUMAe Han Kjøbenhavn  con il suo stile semplice e innovativo, che traduce al meglio l’estetica danese. Presenti anche il  marchio di calzature  AM.PM, le linee di abbigliamento B-Rules el’emergente C.Y.H. CLAP YOUR HANDS, oltre al brand CAMO, abbreviazione di camouflage, che propone una linea di abbigliamento dalla forte identità. Ha scelto White anche Herschel Supply Co. con i suoi accessori dal gusto heritage. Torna al salone contemporary anche il marchio svedese di abbigliamento e accessori Our Legacy, che mixacon classe tradizione e modernità. Il brand di abbigliamento londinese Elevate London,nato nel 2013, presenterà al salone la sua collezione maschile pensata per il dandy del 21° secolo, mentre Vidur esporra’ capi senza tempo realizzati con tessuti naturali.
Non da ultimo, le sezioni Eye on White con i migliori marchi internazionali di occhiali, tra cui Lunettes Kollektion, Spektre Sunglasses, Vintagegoo e See Concept, e A.I. curata da Clara Tosi Pamphili, spazio che coniuga arte, creatività e ricerca con il brand di copricapi vintage Miss Gummo, il marchio di accessori e abbigliamento made in Italy  Invitro e Tooitaly con le sue originali borse in linoleum.
Dulcis in fundo, la collaborazione conFabiola Di Virgilio direttore della rivista fashion RedMilk la quale animerà, ancora una volta, l’area WOW  - White On Web con i suoi scatti ad alto tasso creativo. I redazionali realizzati avranno come protagoniste le collezioni degli espositori che partecipano all’edizione di giugno di White Milano.

White Milano
Dal 21 al 23 giugno 2014

Via Tortona 27, Milano

ART & CULTURE_Christopher Makos in mostra a Milano

$
0
0






Andy Warhol amava definirlo “il più moderno dei fotografi americani”. A Christopher Makos e alla sua passione nel ritrarre i cambiamenti sociali degli anni ’70 e ’80 è dedicata la mostra Altered Images, visitabile alla Galleria Carla Sozzani (Corso Como 10, Milano) dal 13 giugno al 3 agosto.
Dopo un lungo soggiorno a Fregene e in Italia, trascorso in compagnia di Man Ray, Makos si trasferisce a New York dove inizia a documentare i fermenti di un epoca di grandi cambiamenti. Affascinato in particolar modo dall’emergente scena punk, realizza una serie di ritratti che hanno fatto la storia della fotografia: Tennessee Williams, Halston, John Paul Getty III, David Bowie, Grace Jones, Patti Smith, Richard Hell, Tom Verlaine, Alice Cooper, Iggy Pop, Divine, sono solo alcuni dei personaggi fotografati e raccolti nel suo libro d’esordio White Trash pubblicato nel 1977.
Una pubblicazione molto apprezzata da Andy Warhol al punto da acquistarne mille copie e spingerlo ad affidargli la direzione artistica del suo libro Exposure: una tappa fondamentale che segna l’inizio di un’amicizia e di un sodalizio artistico. Tra le pareti d'argento nell'atelier del padre della Pop Art, Makos cattura le stravaganze, gli eccessi, i retroscena e i tanti momenti di "straordinaria" vita quotidiana di Warhol assieme alle sue tante super-star come Mick Jagger, John Lennon e ai giovani e promettenti artisti come Keith Haring, Jean-Michel Basquiat.
Nel corso della sua sfolgorante carriera, Makos ha collaborato con numerose riviste quali Interview, Rolling Stone, House & Garden, Connoisseur, New York Magazine, Esquire, Genre and People. Il suo lavoro è stato esposto alla Tate Modern di Londra, al Whitney Museum of American Art di New York e al Museo Reina Sofia di Madrid. Fra i libri pubblicati Andy Warhol in China1982 (2007), Warhol/Makos In Context (2007), Christopher Makos Polaroids (2009), LADY WARHOL (2010).
Esposta a Milano, una selezione di 62 fotografie che ripercorrono la scena artistica newyorkese degli anni ’70 e ’80, tra cui 8 opere di grandi dimensioni della serie “Altered Images” realizzate nel 1981, in cui Andy Warhol interpreta la mutevole identità dell’essere umano, un omaggio agli scatti firmati Man Ray di Marcel Duchamp nei panni del suo alter ego femminile Rrose Selavy.

Christopher Makos – Altered Images
Galleria Carla Sozzani, Corso Como 10, Milano
Dal 13 giugno al 3 agosto 2014
Orari: tutti i giorni 10.30 – 19.30; mercoledì e giovedì 10.30 – 21.00

STYLE_Rosa Castelbarco: bijoux peso piuma

$
0
0





Bigiotteria peso piuma realizzata con la fusione di materiali non convenzionali ma di tendenza, purezza nelle forme e design versatile da indossare in ogni occasione, per ogni età.
La collezione di Rosa Castelbarco porta il suo nome, il cui logo, è ripreso dal prezioso omaggio ricevuto da sua zia da parte di Guttuso: il disegno di una rosa.
Lunghe collane eteree, che con un semplice giro intorno al collo diventano un pezzo nuovo da indossare, braccialetti a fascia con chiusura ad oblò, orecchini scomponibili a cascata, ed anelli con cui giocare, per ogni dito, compongono la prima linea disegnata da Rosa.
Pezzi leggerissimi, versatili, creati dall'assemblaggio di fini catene in ottone bagnato in rodio e argento, e arricchiti, a seconda dei desideri, da zirconi o minerali.
Le collane si allungano o accorciano a seconda del gusto, i braccialetti si assemblano ed arricchiscono, gli orecchini si possono alleggerire trasformandoli in cerchi evergreen, gli anelli sono personalizzabili per ogni dito.
Uno stile pulito e rigoroso, che completa il look, con la possibilità di aggiungere pezzi di svariate lunghezze, o alleggerirli in un unico filo.
Rosa crea una collezione "24h", da indossare in ogni momento della giornata, per ogni occasione.

Rosa viaggia tra i ricordi della sua infanzia, con l'immagine della tanto amata nonna, che ogni giorno, di primo mattino, appoggiava da una parte del letto i vestiti da indossare e, dall'altro, gli accessori che avrebbero completato la sua mise: gioielli di famiglia, che si divertiva a personalizzare con pezzi di bigiotteria più "leggeri ed informali".
Da qui il grande amore per il mondo bijoux: Rosa Castelbarco crea la sua prima collezione, che porta il suo nome.
Giovane designer milanese, dopo aver completato i suoi studi alla Cattolica a Milano, parte per New York, dove studia alla N.Y. Film Accademy.
Le sue prime esperienze lavorative la indirizzano al mondo moda, cominciando da Walter Steiger, dove intraprende la sua prima attività nel press office lato celebrities.

Rientra a Milano - e dopo l'esperienza maturata nella Grande Mela - decide di lanciare il proprio marchio di bijoux.

ART & CULTURE_Sguardi incrociati a Venezia

$
0
0





Ideata dallo storico d’arte e curatore Adrien Goetz, Sguardi incrociati a Veneziaè la terza esibizione presentata all’Espace Louis Vuitton Venezia. Dopo Where Should Othello Go?, Pompeo Molmenti & Tony Oursler, e Renaissance, Bill Viola & Carpaccio, questo vis-à-vis tra il famoso artista manga giapponese Jirô Taniguchi (1957-) e Mariano Fortuny (1871-1949), pittore, scenografo e fotografo, offre due visioni differenti di Venezia - una antica, l’altra contemporanea - caratterizzate da incredibili similitudini.
La mostra mette a confronto più di 30 disegni, creati da Jirô Taniguchi per il nuovo Travel Book Louis Vuitton e 25 fotografie scattate da Mariano Fortuny, conservate nella collezione privata di Palazzo Fortuny, così come i suoi film e i suoi libri, grazie ai meticolosi lavori di restauro sostenuti da Louis Vuitton, nel quadro della partnership siglata con la Fondazione Musei Civici di Venezia.
Entrambi ripercorrono i labirinti veneziani catturando l’apparente immutabilità della Serenissima e discostandosi dalla propria zona di sicurezza: Fortuny si allontana dalla pittura mentre Taniguchi dal formato classico del manga. Il risultato è un viaggio che consente di approfondire conoscenze e scoprire scenari inattesi.
Venezia diventa il palcoscenico in cui si muovono gli attori, Mariano Fortuny e Jirô Taniguchi.
Nelle fotografie di Fortuny esposte si riconosce immediatamente la sua passione non solo per il teatro, la scenografia e il set, ma anche per le illuminazioni inattese. Nel disegnatore Taniguchi, invece, è la striscia di fumetti, così vicina al manga, ma allo stesso tempo così diversa a manifestarsi in tutto il suo essere.
Tra le migliaia di fotografie del vasto archivio Fortuny– della sola Venezia se ne contano più di 1500 – si sono selezionate quelle che ritraggono la città da prospettive inusuali e, al contempo, immortalano i gesti del quotidiano.
Taniguchi, a sua volta, usa la fotografia in maniera duplice: come strumento per fissare le emozioni da cui sviluppare poi la storia nel silenzio del suo studio e come chiave narrativa del cayer de voyage in cui alcune fotografie ingiallite, gelosamente custodite in una scatola di lacca, sono memorie familiari di un viaggio nella città lagunare che danno inizio al viaggio del protagonista del racconto.

Sguardi incrociati a Venezia
Espace Louis Vuitton VeneziaCalle del Ridotto 1353, 30124 Venezia
Dal 6 giugno al 18 novembre 2014
Orari: 10.00-19.30 dal lunedì al sabato; 10.30-19.30 la domenica.

Ingresso libero

STYLE_Light my Night di Federico Sangalli

$
0
0








Vestiti di luce. Questo il mood della capsule collection di abiti e accessori realizzati in organza di seta attraversata da fibra ottica smerigliata che si illumina a firma di Federico Sangalli. Un mix ponderato di tradizione e tecnologia, design ed innovazione, tecniche del passato e tessuti che sanno di futuro.
Borse, pochette, abiti e top commercializzati (anche on line) per il mercato Italiano, russo e degli Emirates (in partnership con la Zoomo Trading JLT di Dubai).
Le tecniche dell'alta sartoria degli anni ‘50 sono applicate a un nuovo tessuto tecnologico di seta percorso da fibra ottica smerigliata che, collegata da un led ad una piccola batteria nascosta, può illuminarsi garbatamente con un effetto di gocce di luce a cascata, davvero innovativo. Un sistema concesso in esclusiva dall'azienda italiana Il Filo dei Sogni – DreamLux che l’ha brevettato.
Un progetto che ha debuttato in occasione del Salone del Mobile con un capo speciale e ora sviluppato su un’intera collezione di abbigliamento e accessori dal fascino incantatore.

L'Atelier Sangalli rappresenta uno dei luoghi storici dell'Haute Couture milanese. Correva l’anno 1952 e nel centro storico di Milano apriva il primo laboratorio di alta Sartoria di Maria Sangalli. Nel 1972 l'atelier apre in Corso Vittorio Emanuele per trasferirsi poi nel 1986 e per vent'anni in Via Manzoni 38, dove Maria Sangalli continua l'arte meravigliosa dell'Haute couture, vestendo nomi importanti della Società milanese e donne provenienti da tutto il mondo. Qui cresce artisticamente il nipote Federico Sangalli, che ne prende il testimone.
Oggi Federico Sangalli, porta avanti questo magico universo fatto di sogni, dettagli e passione, estasi di lusso e ricercatezza. Fermamente deciso a non farlo morire, a non far perdere il gusto del capo irripetibile, del fatto a mano, del vero made in Italy, dirige il suo Atelier, o meglio la sua Factory, in Piazza San Babila a Milano di fronte a Via Montenapoleone. Una fabbrica di piccoli e grandi sogni: la dimensione di un laboratorio di vera Haute Couture, in cui i capi si lavorano ancora a mano e con macchine da cucire a pedali d'epoca, secondo le regole e la tecnica
dell'Alta Sartoria milanese.
Capi unici, tecniche e perfezioni antiche, ma sulle linee contemporanee, futuriste e futuribili di Federico Sangalli, riconosciuto dalla stampa nazionale ed internazionale come uno dei
designer più promettenti della nuova generazione della creatività italiana. Anche per questo, da tutto il mondo (NABA di Tokyo e Philadelphia University in testa) vengono a studiare questo piccolo angolo di autentico made in Italy.

Così come molte sono le ladies americane, giapponesi, arabe, israeliane che visitano l’atelier, rimanendo affascinate dal modo in cui viene creato il loro abito.

LEISURE_La Milanesiana 2014

$
0
0


La 15° edizione de La Milanesiana, dal 23 giugno al 10 luglio 2014 a Milano e Torino, è dedicata alla Fortuna/Destino. In programma più di 40 appuntamenti, con più di 160 artisti pluripremiati da 32 Paesi diversi. Oltre agli incontri con gli autori, il cartellone è composto da 6 mostre, 7 appuntamenti teatrali (di cui 2 prime), 19 concerti e 10 proiezioni, con spettacoli in gran parte commissionati dalla Milanesiana e qui presentati per la prima volta.

 Accanto agli storici luoghi della città che da sempre la ospitano, come il Teatro Dal Verme, la Sala Buzzati del Corriere della Sera e lo Spazio Oberdan, La Milanesiana entrerà in molti spazi inediti: Palazzo Edison, Palazzo Corio-Casati della Banca Popolare di Milano, la Pinacoteca di Brera, il Piccolo Teatro Paolo Grassi, l’Università IULM, il Politecnico, lo Spazio TeatroNo’hma e la Cavallerizza del FAI.

3 le sezioni che compongono la Milanesiana 2014, a cui si aggiungono gli eventi di Torino.

"Serate" e "Aperitivi con l'autore", dal 23 al 26 giugno.
 La prima sezione è costituita dalle tradizionali Serate al Teatro Dal Verme. Aprirà il Festival Dario Franceschini, Ministro dei Beni culturali. In scena Jonathan Lethem ed Edoardo Nesi. Con loro l’amatissima voce di Gino Paoli per l’occasione insieme a Danilo Rea. Fra gli ospiti delle serate successive: il Premio Strega 2003 Melania Mazzucco e il Premio Pulitzer 1999 Michael Cunningham, il Premio Nobel per la letteratura 2000 Gao Xingjian, oltre a Ute Lemper, l’Ensemble Berlin e il pianista RaminBahrami. Alle serate sono associati i tradizionali Aperitivi con l’Autore che si tengono presso la Sala Buzzati. In contemporanea al Circolo dei Lettori di Torino, a partire dal 25 giugno, oltre all’inaugurazione della mostra su Luigi Serafini si svolgono tre serate dedicate al tema "Il destino dei libri", con ospiti, tra gli altri, Ivan Cotroneo, Tricarico, David Lodge, Howard Jacobson e Roberto Cacciapaglia.

"Orariocontinuato", dal 27 giugno al 3 luglio. La seconda sezione del Festival ripropone la formula di Orariocontinuato, nata nella XIII edizione de La Milanesiana per esprimere l’inesauribilità di una proposta culturale che attraversa e occupa tutta la giornata. Le prime tre giornate, all’interno del ciclo Il respiro della Musica, sono dedicate la mattina a "Le ragioni del canto", a cura di Paolo Terni, il cui programma riscuote ormai da anni una straordinaria partecipazione del pubblico nella Sala Otto Colonne di Palazzo Reale. Le serate si aprono come già negli anni scorsi alla Filosofia, nella sede inedita dell’Università IULM. Fra gli ospiti: il Premio Nobel per l’economia 2005 Robert Aumann, il filosofo Giovanni Reale, il sociologo francese Michel Maffesoli, l’antichista Eva Cantarella, dalla cui riscrittura dei testi di Euripide e Seneca è nato lo spettacolo Fedra - Diritto all’amore, interpretato da Galatea Ranzi, Premio Eleonora Duse. La seconda parte di Orariocontinuato (dal 30 giugno al 1° luglio), invece, è dedicata al viaggio. Negli appuntamenti diurni sarà protagonista il Viaggio in Italia: si percorrono la Liguria e il Piemonte e anche Milano con le voci, tra gli altri, di Sabrina Colle, Antonio Ricci, Piero Chiambretti, Philippe Daverio e Aldo Grasso. Negli appuntamenti serali è invece protagonista il Viaggio in Europa e nel Mondo. Nell'occasione, il 30 giugno, viene assegnato il Premio letterario “Fernanda Pivano”. Gli appuntamenti pomeridiani sono invece dedicati al Viaggio nella Parola e nell’Arte. In questo contesto avviene l’inaugurazione della mostra "Cena per due, pittura della realtà", da un’idea di Vittorio Sgarbi. Grazie alla collaborazione della Pinacoteca di Brera, dal primo luglio, per due mesi, l’opera "La cena" di Antonio Lopez Garcia (col suo disegno preparatorio) viene esposta nella sala che ospita la "Cena in Emmaus" del Caravaggio, in un inedito e sorprendente dialogo iconografico, su un tema che evoca e rimanda a quello della prossima Expo 2015. Il 2 e 3 luglio, una due giorni inedita dal titolo L’energia della città prevede visite ai luoghi simbolo dell’energia a Milano, a cura di Edison, che si concludono a Palazzo Edison con appuntamenti dedicati all’energia della musica: una speciale lezione con ascolto a cura di Paolo Terni, seguita dai concerti di Andrés Locatelli, solista al flauto diritto, e Francesco Corti, solista al clavicembalo.

"La Rosa monografica", dal 4 al 10 luglio

. Infine, la terza e ultima sezione, La Rosa monografica. Si comincia con il cinema di Edgar Reitz, regista e sceneggiatore tedesco, noto per la trilogia epica di Heimat, della durata totale di cinquantaquattro ore, di cui La Milanesiana propone il quarto “capitolo”, presentato quest’anno al Festival di Venezia. Si continua il 5 luglio con il cinema di Tinto Brass, quello quasi inedito e più sperimentale degli anni ’60. Si prosegue quindi il 6 luglio allo Spazio Teatro No’hma, luogo in cui La Milanesiana arriva per la prima volta, con l'anteprima dello spettacolo di Tony Laudadio "Luiz torna a casa", da un testo di Maurizio de Giovanni, con lo stesso Laudadio e le musiche di Ferruccio Spinett. Il 7 luglio, al Politecnico di Milano, Mario Monti dialoga di temi economici e del futuro delle città con Vittorio Gregotti, seguito da un concerto di Michele Campanella e Monica Leone. La serata dell’8 luglio vede invece in scena al Teatro Franco Parenti Sergio Rubini, protagonista dello spettacolo "Finalmente Truffaut", di Mario Sesti e Valerio Cappelli, un’altra anteprima assoluta per Milanesiana. Il 9 luglio due incontri: alle 18, in un appuntamento curato da Luigi Orlotti e dal Fai/Fondo Ambiente Italiano, dedicato al WikiPhilo, una filosofia dell'ambiente. Si parlerà del futuro della filosofia e di come è legato alle nuove tecnologie. La sera, invece, in Sala Buzzati sul palco, fra gli altri, Michela Cescon nello spettacolo Goodpeople di Roberto Andò, tratto dal testo del Premio Pulitzer David Lindsay-Abaire.

A corollario del sì fitto programma, gli Aperitivi in città, nelle giornate del 4, 5 e 7 luglio, dedicati, rispettivamente, alla fortuna dell’umorismo, con una lettura scenica di Tony Laudadio presso la biblioteca Valvassori Peroni, alla fortuna del Made in Italy, con Oscar Farinetti tra gli altri, e alla fortuna degli esordienti con i finalisti di Masterpiece in Sala Buzzati insieme ad Andrea De Carlo e Giancarlo De Cataldo.


A chiudere La Milanesiana 2014 sarà la lunga notte dedicata ai 25 anni di Blob, con una proiezione a cura di enrico ghezzi e una lettura concerto con Marco Morgan Castoldi. Questa non è la sola ricorrenza che La Milanesiana ha la fortuna di incrociare e valorizzare nel suo fitto programma: verranno ricordati anche i 50 anni dell'inaugurazione della Linea 1 della Metropolitana di Milano con una mostra in Sala Buzzati, in collaborazione con Metropolitana Milanese, e i 40 anni del best-seller Paura di Volare, con il ritorno al La Milanesiana di Erika Jong, già Premio Pivano nel 2009.

La Milanesiana 2014
Dal 23 giugno al 10 luglio 2014
Milano, sedi varie

ART & CULTURE_L’arte vista attraverso lo sguardo di Ileana Sonnabend

$
0
0





Esposta periodicamente (una selezione delle opere più preziose, infatti, è sempre presente nel percorso permanente del primo piano), la raccolta comprende una settantina di lavori di artisti che Ileana Sonnabend (1914 – 2007) – con Peggy Guggenheim, forse la più grande talent scout della seconda metà del XX secolo – scoprì e valorizzò in mostre memorabili nelle sue gallerie, dando spazio ai linguaggi della più avanzata sperimentazione: dal Neo Dada alla Pop Art, dalla Minimal Art all’Arte Povera, dal Concettuale al Neo Espressionismo, fino all’arte fotografica contemporanea. 
Spiccano i nomi di grandi protagonisti del ‘900, come Robert Rauschenberg, Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jim Dine, Tom Wesselmann, ma anche Robert Morris, Sol Lewitt, Anselm Kiefer e Jeff Koons, con anche alcuni interessanti lavori mai esposti prima nella sede veneziana, tra cui None Sing/Neon Sign (1970) e Eat Death (1972) di Bruce Nauman e Inflatable Flower (Yellow), 2011 di Jeff Koons.
La mostra Da Rauschenberg a Jeff Koons – Lo sguardo di Ileana Sonnabend, realizzata a cura di Gabriella Belli e Antonio Homem, in collaborazione con The Sonnabend Collection Foundation, inoltre, presenta un nucleo di opere d’arte povera italiana, ben rappresentata nella collezione Sonnabend da artisti oggi assai famosi che, come è noto, sperimentarono nella loro ricerca materiali “poveri” (naturali, organici, industriali), assunti nella loro espressività primaria e immediatezza sensoriale come si può vedere nelle straordinarie opere di Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari e Jannis Kounellis.
In occasione della mostra, coerentemente con la volontà di fare di Ca’ Pesaro un museo dinamico, capace di riflettere sulle proprie collezioni e di offrire sempre nuove occasioni di conoscenza al suo pubblico, in Sala 15– l’ultima del percorso espositivo della Galleria d’Arte Moderna – viene dedicato un focus di particolare interesse sul movimento spazialista veneziano, fiorito sull’impulso del più ampio Movimento Spaziale, le cui basi teoriche furono poste, come noto, da Lucio Fontana  nel “Manifiesto blanco” stilato a Buenos Aires nel 1946

Da Rauschenberg a Jeff Koons
- Lo sguardo di Ileana Sonnabend
Fino al 4 gennaio 2015

Ca’ Pesaro, Venezia

ART & CULTURE_LE PORCELLANE
di Marino Nani Mocenigo

$
0
0




Correva l’anno 1936. Nino Barbantinipresentò a Ca’ Rezzonico una mostra dedicata alle porcellane di Venezia e Nove, documentando un aspetto fino ad allora poco noto della grande stagione del Settecento veneziano. Infatti, pur provenendo da musei e da collezioni private di tutta Italia, gran parte delle opere venivano proprio da Venezia: il prestatore più generoso, un veneziano, il conte Marino Nani Mocenigo, una figura emblematica di collezionista che aveva dedicato la propria esistenza a riunire oggetti in porcellana; un’ossessione che gli avrebbe valso presso i concittadini l’affettuoso epiteto di “conte cicara”.
Alla sua scomparsa la moglie decise di ricordarne la memoria rendendo accessibile quella collezione messa insieme con tanta passione. Le porcellane furono così esposte a Ca’ del Ducadove prese forma un minuscolo ma raffinatissimo museo purtroppo non più visitabile da tempo.
Fieri di quest’heritage e complice la curatela di Marcella Ansaldi e Alberto Craievich, i membri della famiglia hanno deciso di esporle eccezionalmente nelle sale di Ca’ Rezzonico: in mostra, 338 pezzi riferibili alle più importanti manifatture europee, di cui circa un centinaio, fra i quali alcuni splendidi esemplari di Vezzi, due rare caffettiere di Hewelcke e molti dei gruppi figurati, sono realizzati dalla manifattura di Pasquale Antonibon a Nove e da quella Geminiano Cozzi a Venezia. A quest’ultima appartiene anche il delizioso Geografo, forse il pezzo più noto della collezione.
Accanto a questi si possono ammirare alcuni degli esemplari più celebri usciti dalla manifattura di Meissen, modellati da Johann Joachim Kändler e da Peter Reinicke, come Il Baciamano Polacco, La Cinesina, il Cacciatore, oltre ad alcuni sfolgoranti esemplari di servizi da tavola prodotti dalla manifattura sassone nella prima metà del Settecento: il servizio a decori d’oro oppure quello in pasta bianca con nature morte di frutta.
Assieme a Meissen si trovano alcune testimonianze di pregio della produzione di porcellana in area germanica: una rarissima parte di servizio a cineserie compiuta a Vienna da Claudius Innocentius Du Paquier, oltre ad esempi di Ludwigsburg, Frankenthal, Höchst, Berlino.
A chiudere la selezione, un nutrito gruppo di tazze e piattini della manifattura imperiale di Vienna del periodo Sorgenthal, tutte caratterizzate da una sfolgorante cromia e da un’audace scelta di motivi ornamentali.

Dal 14 giugno al 30 novembre 2014

Ca’ Rezzonico, Venezia

STYLE_Giancarlo Petriglia + luisaviaroma

$
0
0








Metti una mente creativa con un’adorabile propensione per la moda venata da una deliziosa connotazione artistica, e l’esclusività di un retailer online di lusso, punto di riferimento per fashion lovers alla ricerca esclusive limted edition. Il risultato può essere solo che stupefacente, soprattutto se i soggetti rispettivamente coinvolti sono Giancarlo Petriglia e luisaviaroma.
Una collaborazione inedita che ha dato vita a una capsule collection di bags e clutches so exclusives. Fonte di ispirazione, l’artista brasiliana Beatriz Milhazes e le sue opere di arte pop: da qui, Giancarlo Petriglia ha realizzato una stampa digitale multicolor su vitello vegetale, arricchendola con preziosi ricami fatti a mano in cristalli, ceramiche e pvc e utilizzata per personalizzare due modelli icona dello stilista, la borsa asimmetrica Clari e la mini-bag Dado con tasca staccabile che diventa clutch, acquistabili in esclusiva sul sito www.luisaviaroma.com.


Giancarlo Petriglia nasce a Milano e fin da piccolo dimostra avere una spiccata attitudine particolare nei confronti della moda accompagnata da una grande sensibilità artistica. Compie i suoi studi presso la NABA di Milano, diplomandosi con il massimo dei voti, e da qui, passa immediatamente a lavorare all’interno dell’ufficio stile di Trussardi, dove resterà in qualità di direttore artistico per 8 anni. Dopo una stretta collaborazione accanto a figure di riferimento nell’universo luxury, come Nicolas Ghesquière, Vincent Darre’, Mariuccia Casadio, solo per citarne qualcuna, decide nel Settembre del 2011 di metter mano alla propria linea di borse, firmandola con il suo nome. La collezione S/S 2012 riscontra subito il favore del mercato, soprattutto grazie alla sua marcata identità data dalla lavorazione artigianale dei pellami, curata da esperti manifatturieri del settore. Giancarlo si qualifica come finalista e vincitore nella categoria accessori all’edizione 2012 del concorso Who is on Next?, promosso da Vogue Italia ed AltaRoma ed è oggi creative director del progetto Piquadro Opera.

LEISURE_Be Fabulous

$
0
0










A Firenze si è da poco conclusa l’edizione numero 86 di Pitti Uomo. Tra sfilate e presentazioni, numerosi sono stati anche gli eventi a corollario come le mostre che hanno animato la scena mondana fiorentina durante il salone e, ancora di più, caratterizzeranno lo spirito culturale della città nei prossimi mesi. Tra queste, svetta “Be Fabulous”, una mini-retrospettiva dedicata all’artista Roxanne Lowit, ospitata presso la Aria art gallery e realizzata in collaborazione con la Steven Kasher Gallery di New York. Esposte, 40 fotografie tra opere vintage, moderne ed a colori in grande scala, a documentare la nascita del fenomeno delle celebrità negli ultimi quarant’anni.
Roxanne Lowit è la prestigiosa fotografa di quello strano mondo abitato dalle persone belle, ricche e famose. A lei va riconosciuto il plauso d’essere riuscita a catturare il momento perfetto, ritrarlo e conservarlo per sempre. La Lowit è la leggendaria fotografa che ha presenziato alle migliori feste e sfilate di moda degli ultimi trent’anni. Le sue opere documentano il fenomeno delle celebrità fin dagli anni '70, da luoghi mitici come lo Studio 54 di New York e Le Palace a Parigi ai club più in voga di oggi. Da Saint Laurent a Iggy Pop, da Kate Moss a Salvador Dalì, i suoi scatti testimoniano un mondo in cui agghindarsi ed uscire la sera era uno stile di vita. Tra gli anni ‘70 e '80, la Lowit è stata inoltre una delle prime fotografe di moda ad avere l’accesso ai dietro le quinte delle sfilate, dove grazie al suo candido realismo è riuscita ad elevare il concetto delle istantanee fotografiche ad arte di alto livello.
Con un archivio di oltre 200.000 negativi e diapositive a colori scattate durante centinaia di eventi di moda da Parigi, a New York, Milano e Londra, la Lowit è diventata la cronista dell’era del “fabulous”, proprio grazie alla grande passione per coloro che lei ama definire "people with magic".
Karl Lagerfeld definisce la Lowit "una storica della moda... testimone del matrimonio tra fama e vanità" e ancora “un confidente visivo al quale tutto si rivela”. Ora immersa nel jet set parigino Parigi, ora in piedi fino all'alba a New York, riesce sempre a rivelare la magia e la follia che risiede sotto tutto quel glamour e lo sfarzo. Nel suo libro “People: Life After Dark” scrive di aver sviluppato una “empatia del non giudizio”. L’artista non richiede mai una posa e di conseguenza i suoi soggetti civettano, flirtano, ammiccano e rivelano. La fotocamera diventa così una fonte di piacere sia per la Lowit che per i suoi soggetti. Tra i numerosi personaggi ritratti si distinguono Irving Penn, Richard Avedon e Helmut Newton; le top model Linda Evangelista, Christy Turlington e Naomi Campbell; i designer John Galliano, Karl Lagerfeld e Yves Saint Laurent; le trendsetter Anna Wintour, Diana Vreeland, Kate Moss e Andre Leon Talley. E molti, molti altri ancora.
Ha lavorato per riviste come Vogue (edizione italiana, americana, francese e tedesca), Harper Bazaar, Elle, Vanity Fair, Tatler, GQ, W, The New York Times. Ha realizzato numerose pubblicazioni di libri tra cui “Moments” (Vendome Press, 1993), “People: Life After Dark” (Assouline, 2001), e “Roxanne Lowit: Backstage Dior” (teNeues, 2009). Numerose, poi, le campagne pubblicitarie a sua firma, realizzate per nomi del calibro di Acura, Armani, Coca-Cola, DeBeers, Dior, Land Rover, Moët & Chandon e Vivienne Westwood. Le sue opere sono state esposte nei principali musei del mondo tra cui Il Metropolitan Museum of Art, il Whitney Museum of American Art, il Victoria & Albert Museum, il Warhol Museum ed il Museum of Modern Art di Mosca. Le sue fotografie sono parte della collezione permanente del prestigioso Fashion Museum di Kobe, in Giappone. Vanta inoltre esposizioni personali a New York, Parigi, Berlino, Amsterdam e Londra, oltre che mostre collettive a Gagosian Gallery, Colette, e Art Basel Miami.

Be Fabulous
Fino al 7 settembre 2014

Aria art gallery, Borgo Santi Apostoli 40, Firenze

STYLE_PRPS Jeans

$
0
0

Il denimindossato da molti divi di Hollywood parla italiano. Per l’ennesima volta, un brand made in Italy conquista il globo intero, complice l’irresistibile mix di qualità, creatività, raffinatezza e cura del dettaglio.
PRPSè un marchio nato nel 2002 a New York, ma dal dna squisitamente italiano. L’autenticità è la vera vocazione del brand, tanto che l’acronimo deriva proprio da “purpose”, ossia “di proposito”, quasi ad evocare la cura che viene riposta in ogni minimo particolare.
Il denim PRPS si distingue per la texture unica, durevole e resistente utilizzata: ai segni dell’usura, quelli che tanto danno valore alla jeanseria di qualità, il compito di conferire un adorabile aspetto vintage.
Ricerca e sperimentazione rappresentano lo spirito che anima PRPS nella sua quotidiana attività. Un’attività che strizza l’occhio con favore al Giappone e alle sue tecniche di lavorazione sartoriale del denim.
3 le linee di prodotto: PRPS Japan, prodotta interamente nel Sol Levante e caratterizzata per alcuni dettagli inconfondibili come la cimosa e la tela tessuta in piccoli pezzi al fine di garantire una qualità di prodotto senza eguali; PRPS Good and Co, lanciata nel 2011 e ispirata allo stile di vita outdoor americano del passato, sapientemente combinato alla funzionalità intrinseca del denim; PRPS Noir, l’ultima nata di casa e sicuramente la più lussuosa, composta da modelli realizzati con particolari lavaggi che implicano vari gradi di tintura e pensata per soddisfare un pubblico particolarmente esigente nonché autentico cultore del denim.
Capi unici e preziosi, ma comodi e funzionali al tempo stesso: un equilibrio ponderato reso possibile dal know-how posseduto dal brand e dall’artigianalità riposta in ogni fase di lavorazione.

Un esempio di prodotto bello e ben fatto. Proprio quel bello e ben fatto che tanto viene apprezzato e idolatrato a livello mondiale, ponendo il savoir-faire italiano in cima alla vetta dello stile e dell’eccellenza. Un clamore guadagnato sul campo ogni giorno, riponendo spirito di sacrificio, devozione e passione in quello che si fa e armonizzando il tutto con l’amore per il bello tout court, senza concedersi il privilegio di approssimazioni o imprecisioni. Tutto, anche il più piccolo dettaglio, concorre a realizzare un prodotto eccellente, quintessenza di un’italianità che si protrae nel tempo e oltre il tempo.

ART & CULTURE_Equilibrium

$
0
0









Stare in piedi, camminare, marciare, danzare, muoversi in equilibrio come un funambolo.Camminare in scarpe comode e sentirsi felici è stata la prima preoccupazione di Salvatore Ferragamo. Ma come fare? Come poter aiutare i piedi a stare bene all’interno delle calzature? Come sostenere il peso del corpo umano in movimento, costringendo il piede in forme non indispensabili in natura, visto che l’uomo è stato creato per camminare a piedi nudi? È possibile trovare la risposta alle domande di Salvatore Ferragamo nella sua autobiografia: “Quando cominciai a studiare anatomia– scrive Ferragamo – individuai il primo indizio per la soluzione del problema nella distribuzione del peso del corpo sull’articolazione del piede. Scoprii che quando stiamo in piedi il nostro peso poggia direttamente sull’arco plantare: una piccola superficie di pochi centimetri sostiene tutto il nostro peso che, quando camminiamo, si sposta da un piede all’altro”.

Il nuovo progetto espositivo del Museo Salvatore Ferragamo, Equilibrium, parte da queste premesse. Lo studio dell’anatomia del piede, in particolare dell’arco del piede, l’attenzione rivolta alla postura e all’equilibrio in movimento, la profonda comprensione della connessione fisica e spirituale tra le parti del corpo coinvolte nell’atto del camminare. Ancora una volta la vita di Salvatore Ferragamo si rivela foriera di ispirazioni, propone temi da sviluppare, suggerisce argomenti trasversali da approfondire mettendo a confronto diversi linguaggi dell’arte, della moda, del cinema e della letteratura, epoche distanti tra loro secondo un principio di archeologia trasversale che ha distinto esposizioni come quelle precedenti, Ispirazioni e visioni, Marilyn e Il calzolaio prodigioso. Mostre che incrociano dati oggettivi, documenti, suggestioni iconografiche, accostamenti di opere e manufatti di alto valore artigianale, creazioni del passato e immagini significative del Novecento e del nostro secolo. Protagonisti della cultura e della società di ieri e di oggi: artisti, architetti, filosofi, scienziati, storici dell’arte, poeti, scrittori, designer e registi italiani e internazionali.
In questa nuova produzione del Museo Salvatore Ferragamo, si scopre cosa lega le ricerche di Salvatore Ferragamo con il mondo della scienza e dell’arte, dell’architettura e dell’archeologia, con il circo e la danza. Potendo ammirare una serie di capolavori artistici eccezionalmente prestati dai più grandi musei del mondo come l’Ermitage di San Pietroburgo e la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo dei Fori Imperiali - Mercati di Traiano e il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco di Roma e il Museo Archeologico di Firenze, la Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, i Musei Civici di Pavia, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid e il Musée d’Orsay, il Musée Rodin e il Musée Bourdelle di Parigi, e poi, ancora, il Museo Marino Marini di Firenze, il Museo di Palazzo Pretorio di Prato, il Museo e Gipsoteca Antonio Canova di Possagno e il Musée des Beaux- Arts di Nantes, il Museo della Civiltà Romana di Roma, il Walker Art Center di Minneapolis, oltre che da istituzioni come la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, fondazioni, gallerie e collezioni private che hanno contribuito generosamente con i loro prestiti alla completezza scientifica della mostra.
Il percorso espositivo si apre proprio con le ricerche svolte da Salvatore Ferragamo, i suoi brevetti, i modelli costruiti per trovare le migliori soluzioni alle calzate, gli studi sull’arco del piede che hanno consentito al calzolaio delle dive di avvicinare il suo metodo a quelli degli architetti e degli artisti. In questa sezione sono esposte le forme di legno delle clienti famose, i calchi anatomici in gesso del piede maschile e femminile che hanno permesso alla Maison di diventare il punto di riferimento in termini di comfort delle calzature. Oltre ai filmati storici dedicati al patron, è presente un’intervista a Jerry Ferragamo, figlio di un fratello, che ha portato avanti gli studi dello zio sulla calzata anche dopo la sua morte. In un altro video, invece, James Ferragamo, nipote del celebre nonno, spiega come il sapere ereditato sia un bene prezioso da coltivare e conservare. Nella sala successiva, sicuramente una delle più spettacolari, il visitatore compie un salto evolutivo vertiginoso: dalla prima comminata conservata dei nostri progenitori, avvenuta in Africa circa 3,6 milioni di anni fa, al 1969 quando l’uomo ha ripetuto la stessa azione, poggiando il piede sul suolo lunare per la prima volta. A corollario, una selezione di celebri fotografie di Eadweard Muybridge, pioniere della ritrattistica fotografica e celebre per aver studiato in particolare i corpi in movimento. Il percorso espositivo procede con l’approfondimento del tema della deambulazione. Nella sezione dedicata vengono accostate opere di epoche diverse come il bambino di Adriano Cecioni della Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti e le scarpine Primi passi (appartenute a Ferruccio Ferragamo) che mettono in essere un brevetto di Salvatore Ferragamo di una suola antiscivolo per bambini. Emblematica di questa sezione, la scultura Etude pour le Saint Jean-Baptiste di Auguste Rodin. Si prosegue con un’installazione di Cecil Balmond, ingegnere, architetto, artista e scrittore, realizzata appositamente per la mostra. Onore alla storia, poi, con una serie di camminate esemplari riprese da filmati di repertorio. Un caleidoscopico montaggio di leader internazionali degli ultimi due secoli: Benito Mussolini, Adolf Hitler, Winston Churchill, Iosif Stalin, Mao Tse Tung, Mohandas Gandhi, Martin Luther King, Giovanni Paolo II, Fidel Castro, John F. Kennedy, Nelson Mandela, Elisabetta II d’Inghilterra, Madre Teresa di Calcutta, Margaret Thatcher. E se equilibrio è il tema dell’esposizione, un focus meritato va posto sul mondo circense: via libera, quindi, ad acrobati e funamboli, soggetti prediletti dagli artisti delle avanguardie dai primi del Novecento ad oggi, da Pablo Picasso e Gino Severini. Questa magica esplorazione prosegue con la proiezione del video realizzato da Francesco Fei in collaborazione con Emanuele Enria che racchiude le interviste a Wanda Ferragamo, Philippe Petit, Reinhold Messner, Eleonora Abbagnato, Will Self e Cecil Balmond. Personalità di fama internazionale che spiegano al pubblico i concetti fondamentali della mostra dal proprio punto di vista e secondo la propria esperienza di vita, il proprio lavoro artistico, la propria professione. Da qui si arriva all’installazione video di Bill Viola, uno dei grandi protagonisti dell’arte contemporanea. Last but not least, il tema della danza: a rappresentarla, l’acrobata di George Segal, uno dei maggiori artisti della Pop Art americana. Intorno all’opera danzano le ballerine di Marino Marini e la scultura di Pericle Fazzini. Alle pareti alcuni capolavori dell’arte tra Otto e Novecento, da Edgar Degas, a Plinio Nomellini, a Auguste Rodin, a Antoine Bourdelle.
Al ritmo danzante si chiude il viaggio di Ferragamo nel meraviglioso mondo dell’equilibrio declinato in tutte le sue forme artistiche ed espressione. A validazione, ancora una volta, che i legami del mondo della moda con quello dell’arte tout court sono innumerevoli. Non resta quindi che camminare in questo magico mondo, magari indossando un paio di iconiche Ferragamo.

Equilibrium
Museo Salvatore Ferragamo, Palazzo Spini Feroni, Firenze

Fino al 12 aprile 2015

ABOUT_Fashion Film Festival Milano

$
0
0

E anche Milano, capitale per antonomasia della moda e dello stile, avrà il suo festival internazionale di cortometraggi di moda. L’appuntamento da segnarsi in agenda per cultori, estimatori o semplici appassionati è per i prossimi 14 e 15 settembre al Teatro Paolo Grassi, in occasione dell’apertura di Milano Moda Donna.
Ideato e fondato da Constanza Cavalli Etro, il Fashion Film Festival Milano mira a diventare il punto di incontro in cui stilisti, video maker, registi, artisti e tutti quelli che compongono il mondo della moda possano far conoscere il proprio lavoro su scala nazionale ed internazionale.
Due gli eventi sui quali sarà articolato: la mostra di fashion filmse il concorso per i giovani talenti.Il primo appuntamento vedrà la partecipazione degli elaborati dei grandi marchi realizzati in collaborazione con importanti registi, precursori di quei capolavori che oggi stanno aprendo le porte di questo nuovo genere. La mostra, pertanto, diverrà una celebrazione e una fonte di ispirazione per tutti quelli che amano la creatività, la comunicazione e l’estetica cinematografica, il cinema e la moda. Esposti i migliori fashion films provenienti da tutto il mondo e organizzati in diverse categorie: fashion films dei grandi marchi e made in Italy, altri focalizzati su progetti sociali che coinvolgono la moda quale volano sul quale trasmettere determinati messaggi e, infine, piccoli documentari.
Il concorso, invece, è aperto a tutti i nuovi talenti, ai giovani e ai marchi emergenti. Una vetrina prestigiosa e innovativa con cui far conoscere il proprio lavoro al grande pubblico e alla stampa.
Il Fashion Film Festival Milano vuole essere uno stimolo a creare, a inventare e sperimentare visivamente ed esteticamente. La giuria, di caratura internazionale, decreterà i vincitori di diverse categorie, andando a coprire le molteplici aree in cui si articola la produzione di un audiovisivo e che contribuiscono al suo successo: Migliore Fashion Film; Migliore Fashion Film Italiano; Migliore Brand Emergente/Designer Emergente; Migliore Regista; Migliore styling; Best Art Direction; Best Editing; Migliore Musica.
Per partecipare e avere l’opportunità di mettere alla prova e in mostra il proprio talento, è necessario inviare le proprie creazioni entro il 15 luglio 2014: http://www.fffmilano.com/submission/

Constanza Cavalli Etro, fondatrice e direttrice del Fashion Film Festival Milano, nasce in Argentina, a Buenos Aires. Dopo gli studi a Recoleta, si trasferisce in Messico dove da vita al programma televisivo “Aventura Salvaje”. Fonda e dirige, in seguito, l’agenzia di comunicazione, produzione e pubbliche relazioni, CavalliComunicacion (www.cavallicomunicacion.com), la quale, in poco tempo, diventa la più importante del Paese. E’, inoltre, Fashion Editor della Fashion Week Messico sin dai suoi esordi. 
Collabora con diversi Fondazioni, come Viva Mexico per la lotta contra il HIV, Fondazione De Cima per la lotta contra il Cancro al Seno e Progetto Meteoro per aiutare a i ragazzi di strada, creando diversi eventi per la raccolta fondi da destinare a specifici progetti.
 Negli ultimi tre anni ha preso parte a “Magik Masks”, iniziativa a supporto della popolazione indigena Huichol e della tutela del loro territorio sacro di Wirikuta. La sua attività nel campo della settima arte è validata dalla partecipazione, nelle vesti di fondatrice, al Primo Festival Latinoamericano di Cinema e al Primo Film Festival Argentino in Messico. Dal 2006 vive a Milano, col marito Kean Etro e la figlia Sofia.

Fashion Film Festival Milano

Dal 14 e 15 settembre 2014

ABOUT_1990/2014: 25 anni di profumi

$
0
0


Un viaggio, quello del Premio Internazionale riservato alle migliori fragranze, realizzato a firma di Accademia del Profumo, iniziato 25 anni fa, nel 1990, e che rappresenta un patrimonio prezioso per comprendere l’evoluzione di gusti e profumi. Il profumo, infatti, è il metro di misura del tempo che scorre e dei suoi cambiamenti: le sue note – di testa, fondo o cuore che siano – mutano a seconda del contesto, adattandosi e rappresentandone la naturale evoluzione. Descrive il presente, ricordando il passato e sigillando la memoria del futuro. In altre parole, distilla lo spirito del tempo e ne racchiude l’essenza. È così che semplici note olfattive racchiudono in sé un doppio magico potere: far rivivere l’evoluzione del gusto e, indirettamente, della storia, e riscoprire l’essenza dei ricordi universali e condivisi. Proprio in quest’ottica si è da subito inserito il Premio, destinato a promuove questo suggestivo mondo e a ricostruire il contesto storico e culturale in cui le fragranze vengono concepite, svelandone la composizione e valorizzando le materie di cui si compongono.
E allora immergiamoci in un viaggio sensoriale: chiudiamo gli occhi e abbandoniamoci all’olfatto.

2014: donne romantiche e forti come il cassis e la vaniglia, da un lato, e uomini affascinanti e acuti come il cedro, il cardamomo e la fava tonka, dall’altro.
Giorgio Armani Sì (miglior profumo dell’anno e miglior creazione olfattiva) e Armani Eau de Nuit (miglior profumo dell’anno); Dolce & Gabbana Puor Femme Intense e Dior Homme Cologne (miglior comunicazione); Marc Jacobs Honey (miglior pack); Acqua di Parma Colonia Intensa Oud (miglior profumo di nicchia); Acqua di Parma Nobile Iris e Salvatore Ferragamo Acqua Essenziale (migliori profumi made in Italy); Viktor & Rolf Spicebomb (miglior pack).

2010_2013: tornano i temi olfattivi classici che di dispiegano in una profusione di dominanti fiorite tradizionali e opulente. Legni ambrati, caldi e intensi. Accordi cipriati arricchiti di iris e violetta. In confezioni dal raglio sartoriale si racchiude una nuova idea di profumo, centrata sulla menta. La fanno da padrone, poi, la trasparenza dell’acqua e la varietà di essenze sport molto fresche.
2013: Coco Noir Chanel (miglior fragranza femminile) e Acqua di Giò Essenza Giorgio Armani (miglior fragranza maschile)
2012: Valentina di Valentino (miglior fragranza femminile) e Gucci Guilty for Him (miglior fragranza maschile)
2011: Gucci Guilty (miglior fragranza femminile) e Bleu de Chanel (miglior fragranza maschile)
2010: Lola Marc Jacobs (miglior fragranza femminile) e CK Free for Men (miglior fragranza maschile)

2005_2009: composizioni ambrate, di resina e vaniglia. Tante spezie. La leggerezza delle colonie. Gli agrumi maturi seguono un’onda verde in perfetta armonia con la natura. Le note sono pure. Collezioni privé, essenza millesimata e su misura. E i fioriti diventano anche pour homme.
2009: Chanel N°5 Eau Première (miglior fragranza femminile) e Allure Homme Edition Blanche Chanel (miglior fragranza maschile)
2008: Prada Infusion d’Iris (miglior fragranza femminile) e Dolce & Gabbana Light Blue pour Homme (miglior fragranza maschile)
2007: Allure Sensuelle Chanel (miglior fragranza femminile) e Terre d’Hermès (miglior fragranza maschile)
2006: Hypnôse Lancôme (miglior fragranza femminile) e Aqua pour Homme Bulgari (miglior fragranza maschile)
2005: Pure Poison Dior (miglior fragranza femminile) e L’Instant de Guerlain pour Homme (miglior fragranza maschile)

2000_2004: vi è un ritorno alle origini espresso attraverso la valorizzazione delle materie prime e la riscoperta della profumeria artigianale. I fiori seducono un pubblico sempre più ampio. Quelli maschili sono sentori soprattutto aromatici: insieme alle spezie tracciano una virilità sobria e contemporanea. Le donne cercano note dinamiche e spensierate.
2004: Chance Chanel (miglior fragranza femminile) e Roberto Cavalli Man (miglior fragranza maschile)
2003: Sensi Giorgio Armani (miglior fragranza femminile) e Armani Mania (miglior fragranza maschile)
2002: Coco Mademoiselle Chanel (miglior fragranza femminile) e Blu pour Homme Bulgari (miglior fragranza maschile)
2001: Blu Bulgari (miglior fragranza femminile) e Ralph Lauren Romance Men (miglior fragranza maschile)
2000: J’adore Dior (miglior fragranza femminile) e Allure Homme Chanel (miglior fragranza maschile)

1995_1999: le essenze si fanno dense e legnose, esplorando una femminilità nuova, che sa di fiori, resine e boschi. Aromatica e orientale. Rivisitazioni cipriate e composizioni basate sulle note di lavanda, felce e muschio di quercia. A questo periodo appartengono fragranze divenute iconiche, veri must anche oggi.
1999: Salvatore Ferragamo pour Femme (miglior fragranza femminile) e Déclaration Cartier (miglior fragranza maschile)
1998: Organza Givenchy (miglior fragranza femminile) e A*Men Thierry Mugler (miglior fragranza maschile)
1997: Allure Chanel (miglior fragranza femminile) e Acqua di Giò pour Homme (miglior fragranza maschile)
1996: Dolce Vita Dior (miglior fragranza femminile) e Opium pour Homme YSL (miglior fragranza maschile)
1995: Escape Calvin Klein (miglior fragranza femminile) e Dolce & Gabbana pour Homme (miglior fragranza maschile)

1990_1994: sono gli anni delle note marine, che sanno di aria aperta e brezza. Viaggiano verso orizzonti inesplorati, con fragranze unisex che aprono la strada alla condivisione olfattiva. Il profumo diventa un’esperienza olistica, che coinvolge spirito, sogni, evasioni.
1994: Champagne YSL (miglior fragranza femminile) e XS Paco Rabanne (miglior fragranza maschile)
1993: Dolce & Gabbana (miglior fragranza femminile) e Minotaure Paloma Picasso (miglior fragranza maschile)
1992: Cabotine de Grès (miglior fragranza femminile) e Versus Versace (miglior fragranza maschile)
1991: Kenzo (miglior fragranza femminile) e Boss Spirit (miglior fragranza maschile)

1990: Samsara Guerlain (miglior fragranza femminile) e Moods by Krizia Uomo (miglior fragranza maschile)

ABOUT_Salvatore Ferragamo Etoile

$
0
0

Salvatore Ferragamoper tutta la sua vita ha cercato di scoprire il segreto della scarpa che calza perfettamente. Ha compiuto da giovanissimo studi di anatomia del piedeall’Università della California appena giunto negli Stati Uniti e ha realizzato importanti brevetti di invenzioneche riguardano soprattutto la costruzione interna delle calzature, il rinforzo dell’arco del piede, le forme dei tacchi, le suole.
Uno dei più importanti risultati da lui ottenuti è la creazione della suola a conchiglia, una suola in cuoio che sale sulla tomaia e che s’ispira alla costruzione dell’opanke, il mocassino dei Nativi d’America. Bella a vedersi, levigata e lucida, è un’opera di design, tuttora adottata in molte calzature firmate Ferragamo.
Dai primi anni cinquanta il calzolaio dei sogni – come era soprannominato Salvatore Ferragamo - inizia a fare scarpe che utilizzano questa particolare suola. La impiega su ballerine, scarpe con tacco, stivaletti, scarpe da bambino finché arriva nel 1957 al brevetto finale in cui compare anche una scarpetta da ballo, il cui prototipo è conservato nel ricchissimo archivio del Museo Salvatore Ferragamo. Ferragamo era attratto dal mondo della danza: famosissime ballerine erano sue clienti, come Katherine Dunham, Alicia Markova, Anna Pavlova, Colette Marchand, Agnes de Mille. Creando scarpe per la loro vita fuori dal palcoscenico, ha probabilmente desiderato calzarle anche sulla scena.

Nasce così una scarpetta da danza molto raffinata, in raso nero con punta rinforzata e rivestita in vitello. Ha fodera e suole colorate di rosso cardinale. Ma non contento di questo risultato isolato, il grande calzolaio decide di inventare una versione quotidiana del modello, ed ecco che nasce Etoile, una ballerina in capretto finissimo con suola a conchiglia e piccolo fiocco in passamaneria.

LEISURE_Morgana Taormina

$
0
0







Cambiare vaste ogni primavera e investire su progetti sempre nuovi e stimolanti: questo è lo spirito che anima Christian Sciglio e Guido Spinello, patron del Morgana Lounge Bar, nella gestione di un locale divenuto meta obbligata delle notti mondane taorminesi. Luogo di bellezza, ricerca e divertimento, quintessenza di design, sicilianità e gusto, è uno scrigno magico, dedicato ai veri estimatori della “Perla dello Jonio”. Dai siciliani habitué, ai turisti internazionali, chiunque si trovi a percorrere, gradino dopo gradino, la piccola “Scesa Morgana”, che dal Corso Umberto conduce al locale, non si aspetterà mai di trovarsi dinanzi un locale d’avanguardia, considerato da molti il ritrovo perfetto per passare qualche ora di puro e sano divertimento. Frequentato dal jet-set della moda internazionale, il Morgana non è solamente un Lounge Bar, ma è parte integrante di un’atmosfera che supera i confini spaziali del locale. Da oltre dieci anni è il punto di riferimento di uno stile di vita sofisticato e dandy, compendio di un mondo soffuso ed eclatante, dove trova casa un mood raffinato ed eclettico.
La location conquista per il suo concetto: gli interni, infatti, vengono rivisitati ogni anno. L’edizione 2014 indossa un outfit sicilianissimo: maioliche di Caltagirone tridimensionali e policrome, stucchi barocchi dal bianco purissimo e decori tipici degli “sfilati siciliani” (in versione “pixel”) si mescolano, proiettando l’ospite verso un mondo intriso di sicilianità prorompente, raffinata ed elegante, che gioca con luminescenze e riflessi misteriosi.
Il giardino è l'ultima perla realizzata per soddisfare ogni esigenza della clientela: un piccolo cortile, etereo e misterioso, dall'atmosfera tipicamente taorminese. Uno spazio intriso di simboli che profumano della storia di questi luoghi, caratterizzato dai colori vivi delle maioliche e dalle pareti retroilluminate che mostrano i decori tipici di un’arte antica come quella dello sfilato siciliano. Uno spazio elegante, ma, al tempo stesso, autentico, nascosto e riservato, all'interno del quale gli alberi di arance e i fichi d'India suggestionano ed evocano, testimoni compiaciuti di notti morbide e calde.
Dulcis in fundo i cocktail che si possono assaporare immersi in questa quiete paradisiaca. Dal retrogusto ça va sans dire siculo, si passa dalle note aromatiche di menta pestata alle scorze grattugiate di frutta fresca ai tronchetti di cannella: il tutto per gustare i sapori di un’Isola che è una métissage di dettagli, un luccichio di forme e colori, in cui tutto brilla e sembra essere lì appositamente per offrire un piacere per gli occhi e per il palato.

Morgana Lounge Bar

Scesa Morgana 4, Taormina

ART & CULTURE_Dior in immagini: lezioni di glamour in 200 foto

$
0
0



Le fotografie scattate dall’americano Pat English in occasione della primissima sfilata di Christian Dior, che hanno contribuito al successo planetario del New Look ; la modella Dovima,che posa in abito da sera con due elefanti davanti all’obiettivo di Richard Avedon nel 1955, uno scatto che segnò in maniera indelebile la storia della fotografia di moda, portando Monsieur Dior a teorizzare “nessun tipo di bellezza può essere attraente senza essere interessante”; e ancora: l’eleganza del tailleur Bar fotografato per le vie di Parigi da Willy Maywaldnel 1955, gli artigiani degli atelier di haute couture immortalati da Patrick Demarchelier davanti al numero 30 di Avenue Montaigne nel 2008, la spensieratezza di Robert Pattinsoncatturata da Nan Goldin per il profumo Dior Homme  nel 2013, ecc.
Sfogliando le pagine di Dior, images de légende si ritrovano fotografie mitiche, che hanno contribuito a far conoscere la maison Dior in tutto il mondo, ma anche scatti più intimi, come quello di Christian Dior fotografato nel suo appartamento da Cecil Beaton o quello di Natalie Portman pensierosa in Miss Dior, in un’atmosfera intimista catturata da Paolo RoversiPubblicato in occasione della mostra allestita in questi mesi al museo Christian Dior di Granville, in Normandia e visitabile sino al 21 settembre 2014, quest’opera raccoglie immagini leggendarie, che colgono tutta l’essenza dello spirito Dior.
L’esposizione Dior, images de légende, mira ad esplorare non semplicemente il subliminale legame esistente tra fotografia e moda, bensì la liaison amoureuse tra i più grandi interpreti dell’arte fotografica e la Maison. Una quarta tappa che completa il trittico espositivo insieme a Dior, le bal des artistes (2011), Stars en Dior (2012) e Impressions Dior. Dior et l’Impressionisme (2013), incentrate sulle correspondances tra il marchio e il cinema, da una parte, e la pittura, dall’altra. Un passaggio dovuto, che mostra in che modo e con quale forza dirompente, la fotografia abbia avuto un ruolo determinante nella consacrazione del successo planetario di Christian Dior.
Dal fatidico 1947, la Maison si è arricchita nel tempo dello sguardo privilegiato dei più grandi fotografi mondiali, i quali, a loro volta, hanno tratto ispirazione dallo stile del couturier: una sorta di contaminazione reciproca, volta all’esaltazione congiunta dell’arte in tutte le sue forme di espressione nonché quintessenza di stile, eleganza e raffinatezza.
Nell’immediato dopoguerra, Richard Avedon, Horst P. Horst, Clifford Coffin hanno definito i canoni di un’iconografia emblematica di Christian Dior. Sulla stessa scia, Irving Penn, Cecil Beaton, Erwin Blumenfeld, Henry Clarke, Peter Knapp, Guy Bourdin ed Helmut Newton costruiscono attorno alla visione femminile del couturier l’archetipo della fotografia di moda, genere consacrato di diritto negli anni a venire da firme quali Patrick Demarchelier, Dominique Issermann, Peter Lindbergh, Terry Richardson, Nan Goldin, Jean Baptiste Mondino, Paolo Roversi, Bruce Weber, Nick Knight, Inez van Lamsveerde Vinooh Matadin e Willy Vanderperre, i quali hanno sempre guardato a Dior quale emblema per la definizione ottimale di una fotografia di moda sempre più nitida nei contenuti così come nei tecnicismi e nella forza comunicativa.
Tre i temi attorno ai quali si sviluppa la mostra Dior, images de légende, lo sguardo del fotografo, il ritratto svelato dalla moda di Christian Dior e la costruzione dell’immagine del couturier. A fare da fil rouge, i soggetti emblematici dell’iconografia della Maison che compaiono lungo gli oltre 60 anni della fotografia di moda. Esposta, una selezione di 200 scatti d’autore, accompagnati da circa sessanta creazioni di haute couture nonché da un insieme di documenti d’epoca che illustrano la collaborazione tra la Maison Dior, i suoi direttori artistici – fino ad arrivare all’attuale, Raf Simos – e più di 80 grandi fotografi del XX e XXI secolo.
Uno stile, quello di Dior, ideale da fotografare e messo in scena nei luoghi emblematici delle parigine eleganti, come Place de la Concorde, il Giardino delle Tuileries e, soprattutto, Versailles.

Una mostra ricca di spunti e di firme autorali, ma caratterizzata dal denominatore comune della rappresentazione della bellezza interessante, nel senso di intrigante, misteriosa, indefinibile. Quintessenza segreta di glamour.
Viewing all 611 articles
Browse latest View live